Con il superamento dei 100 milioni di ricavi, Smeralda Holding trova conferma della strategia di aumentare il riempimento in bassa stagione, innalzando la marginalità, come la strada giusta per crescere e apportare economie alla Sardegna.
La società di proprietà del fondo sovrano Qatar investment authority possiede i quattro alberghi di lusso più noti del Nord dell’isola (Cala di Volpe, Romazzino, Pitrizza e Cervo hotel) e ha presentato stamane a Milano i risultati dell’esercizio 2017: “I 32 milioni di euro di Ebitda rappresentano un incremento del 60% - commenta l’a.d. Mario Ferraro –, risultato sul quale hanno concorso due driver. Anzitutto la strategia finanziaria focalizzata alla distribuzione del riempimento alberghiero nei periodi di bassa stagione (l’apertura è stata protratta di cinque settimane, ndr), mentre esternamente ha favorito l’andamento del turismo he ha preferito le isole mediterranee dopo gli attentati del 2016 in alcune destinazioni-chiave”.
Di rilievo, il coefficiente di riempimento delle 4 strutture, che ha sfiorato il 62% e un Revpar di 750 euro per camera, “che per alberghi con la nostra stagionalità è un risultato eccezionale”, osserva l’amministratore delegato. Sull’Ebitda insistono anche un attento efficientamento dei costi e la vendita di un immobile che ha generato una plusvalenza importante. Del gruppo, altri asset hanno performato positivamente: la Marina di Porto Cervo contribuisce con 10 milioni e il golf del Pevero con 1,7 milioni. “Significativo il fatto che il 35% del fatturato viene realizzato dalla ristorazione degli alberghi”, mette in evidenza Ferraro.
Il piano di investimenti della società prevede ora un’intensa fase di ristrutturazioni, senza aumentare il numero delle camere che rimarrà 360 in totale. “Puntiamo ai Millennial che oggi preferiscono Mykonos e Ibiza, destinazioni che hanno saputo innovarsi, ma vogliamo mantenere l’esclusività”. Trenta milioni di euro è il budget per il biennio 2018/19 e altri 120 milioni verranno impiegato entro il 2023. “Come l’Aga Khan fece negli Anni Sessanta affidando a grandi architetti il disegna della Costa Smeralda, abbiamo affidato a tre designer l’innovazione dei nostri alberghi, inoltre stiamo discutendo con il Gruppo Marriott Starwood il rebranding delle strutture (oggi tre Luxury collection uno Sherathon)”. L’idea è di scegliere marchi che rappresentino una gamma alberghiera diversificata, da definire entro il 2020.
Nel dettaglio, Ferraro cita gli investimenti per le ristrutturazioni: 30 milioni per il Cala di Volpe che resta il flagship hotel (termine ultimo dei lavori nel 2019), dieci milioni per il Cervo e 25 per ciascuno dei due rimanenti. “Riteniamo che la Costa Smeralda debba avere una diversificazione di brand alberghieri che rappresenti più target”, aggiunge il manager. Parte dell’operazione contempla partnership internazionali per ristorazione e spiagge, tra cui il celebre Nikki beach, primo brand al mondo di lifestyle sulla sabbia. p.ba.
Per approfondire sulla società, Guida Viaggi ha realizzato anche questa intervista a Mario Ferraro
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